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Innovazione e tecnologia applicate alla cultura.
06 novembre 2020




"La Fondazione Adriano Olivetti e la promozione di un’eredità di valore universale"
di Francesca Limana

pubblicato in Esperienze digitali nelle istituzioni culturali, Gangemi Editore, 2018

NB: Questo articolo è uscito un mese prima dell’ufficiale iscrizione di Ivrea nella Lista dei Siti UNESCO e del lancio della partnership tra la Fondazione Adriano Olivetti e Google Arts & Culture



L’innovazione digitale e la valorizzazione dei beni culturali è un tema su cui la Fondazione Adriano Olivetti ha lavorato intensamente, soprattutto in questi ultimi dieci anni. Le infrastrutture digitali hanno reso sostenibili alcuni progetti e coadiuvato un processo di apertura e divulgazione dei nostri patrimoni, oggi disponibili ad un pubblico globale. Le nuove tecnologie, combinando sfera fisica e digitale, generano però inevitabili conseguenze. Infatti se è vero che attraverso le piattaforme virtuali riusciamo ad avere accesso a una molteplicità di dati e informazioni, è altrettanto vero che si rende necessaria una riflessione sulle prospettive, sull’impatto e sulla gestione della dimensione digitale. Una riflessione che accosti, com’è stato nell’esperienza Olivetti, il sapere tecnico-scientifico a quello umanistico e che ci permette di interpretare la nuova società della conoscenza del XXI secolo decifrando adeguatamente l’immensa quantità di dati che i nuovi media rendono accessibile. Valorizzare l’esperienza olivettiana ed esporla nella dimensione digitale può aprire nuove vie alla ricerca, a partire dalla selezione, interpretazione e rielaborazione delle fonti. In questa direzione la Fondazione utilizza ogni possibile infrastruttura per creare rete e dialogo, e sperimenta continuamente modelli innovativi di conoscenza e condivisione che possano creare nuove forme di Comunità. 

 

   Nata nel 1962 per iniziativa degli eredi di Adriano Olivetti, la Fondazione Adriano Olivetti, con sede a Roma e a Ivrea, è un’istituzione completamente indipendente e senza scopi di lucro, che si sostiene attraverso le attività di progetto che svolge con il mandato di conservare, tutelare legalmente e promuovere la figura di Adriano Olivetti e il suo lascito culturale. 

   Riconosciuta “Ente Morale” con D.P.R. n. 1057 del 26 giugno 1962, la Fondazione è iscritta nella tabella triennale MiBACT delle istituzioni culturali nazionali e nella tabella triennale MIUR degli enti privati di ricerca.

 

   I progetti e le attività di ricerca, formazione e valorizzazione promossi ne caratterizzano il profilo di istituzione filantropica operativa, associata a varie realtà culturali attive a livello nazionale e internazionale, tra cui: ASVIS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, AAA Associazione Archivi di Architettura; AICI-Associazione Istituzioni Culturali Italiane (attraverso cui aderisce al progetto DiCultHer - Scuola a Rete in Digital Cultural Heritage, Arts and Humanities); Quinto Ampliamento, per la promozione dell’economia civile; EFC- European Foundation Center, network di fondazioni europee che promuove e valorizza il ruolo delle fondazioni e della filantropia in Europa e nel mondo. 

 

   Nella sede di Roma, ubicata in un edificio riconosciuto d’interesse storico-artistico dal MiBACT, è conservata un’Emeroteca e una Biblioteca di circa 10.000 volumi comprendente anche la Biblioteca personale di Adriano Olivetti. La biblioteca è consultabile e la catalogazione è disponibile in rete attraverso il Servizio Bibliotecario Nazionale, nel Polo dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana (IEI), insieme con altri importanti Istituti culturali. Con il polo la Fondazione è collegata al Sistema Indice dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane ed ha, così, la possibilità di interrogare i dati bibliografici delle altre biblioteche collegate in rete in tutta Italia, allo scopo di facilitare l’interscambio di informazioni e documenti.

   Completa il patrimonio bibliotecario conservato a Roma, la Biblioteca personale di Camillo Olivetti, la raccolta di tutte le pubblicazioni delle Edizioni di Comunità dal 1946, e la serie storiche delle riviste pubblicate dalla casa editrice, la collezione completa delle pubblicazioni della Fondazione dal 1962 ad oggi e la collezione dei Quaderni della Fondazione dal 1984 ad oggi, completamente digitalizzata e disponibile in rete grazie a una collaborazione con il portale BESS-Biblioteca Elettronica di Scienze Sociali ed Economiche del Piemonte.

   Nella sede di Roma è inoltre conservato l’archivio che testimonia i cinquant’anni di attività della Fondazione Adriano Olivetti che, dagli studi di social science degli anni Sessanta a quelli sulla public art degli anni Duemila, si configura come un archivio progettuale di innovazione culturale e di particolare interesse per ricercatori e studiosi, dichiarato nel 2004 di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio. 

   Grazie alla collaborazione con la Scuola Speciale Archivisti e Bibliotecari dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, e con il sostegno della Regione Lazio, tra il 2006 e il 2010 sono stati realizzati il riordino complessivo del patrimonio, la catalogazione e l’informatizzazione dell’archivio, di cui è oggi disponibile l’inventario. Il lavoro ha interessato in particolare le serie archivistiche inerenti la costituzione e le attività svolte nei cinquant’anni di vita della Fondazione con lo scopo di ricostruire anzitutto la storia della Fondazione e il ruolo che questa ha assunto, fin dalla sua costituzione, come centro culturale e di ricerca, in ambito italiano ed europeo. 

   L’Archivio romano è andato ampliandosi nel corso degli anni grazie a donazioni di fondi documentali di enti o personalità che hanno collaborato a vario titolo con Adriano Olivetti: Fondo Luigi Bianchi (in fase di riordino), Fondo Anna Maria Levi (comprendente la collezione completa delle riviste “Centro Sociale” e “International Community Development” integralmente digitalizzate e disponibili in rete grazie alla collaborazione con il BESS-Biblioteca Elettronica di Scienze Sociali ed Economiche del Piemonte), Fondo Gabriele Panizzi (in fase di riordino), Fondo Umberto Serafini (in fase di riordino), Fondo Angela Zucconi (1944-1999). Quest’ultimo Fondo documentale comprende anche materiale inerente la costituzione e i rapporti con il Centro di educazione professionale per assistenti sociali – CEPAS di cui la Fondazione Adriano Olivetti è stata tra i promotori, specificamente attraverso l’operato di Angela Zucconi. Il Fondo è stato riordinato di recente, grazie al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste che ha permesso di avviare il complesso lavoro di catalogazione e digitalizzazione, nell’ambito del progetto di ricerca “Il servizio sociale tra professionalizzazione, lavoro di comunità e community development” per la cura di Elisabetta Vezzosi. 

   Gli inventari dei fondi archivistici della Fondazione sono disponibili anche nel portale Lazio ’900, promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio del Mibact e dall’Istituto centrale per gli archivi-ICAR, con il contributo della Regione Lazio. 

 

   Presso l’Associazione Archivio Storico di Ivrea è invece conservato il nucleo più consistente dell’archivio della Fondazione Adriano Olivetti, riconosciuto nell’ottobre 1998 di “notevole interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta.    

   Si tratta del Fondo Famiglia Olivetti (complesso di fondi – 152,9 metri lineari. Estremi cronologici 1806-1982) che comprende documentazione di particolare importanza relativa alle grandi personalità della storia olivettiana. Grazie al sostegno della Direzione Generale per gli Archivi del MiBACT, è stato realizzata nel 2010 la schedatura e inventariazione complessiva del Fondo, per unità archivistiche. Migliaia sono i manoscritti, le immagini, i documenti, le relazioni, gli appunti e i progetti che compongono il Fondo: gli archivi di Camillo e Adriano Olivetti, per una consistenza complessiva di circa 210,5 m.l.; oltre a Massimo, Dino, Arrigo, Roberto e Silvia Olivetti, insieme ad altri membri della famiglia: Daniele, Ulrico ed Ernesto Revel; Antoine Marxer; ed altri; di particolare importanza i nuclei archivistici riguardanti il Movimento Comunità e le Edizioni di Comunità. 

   Il patrimonio archivistico è andato progressivamente ampliandosi, includendo importanti Fondi aggregati. Fra questi il Fondo Ludovico Quaroni e il Fondo Georges Friedman, entrambi oggetto di un Protocollo di intesa siglato nel 2016 con il Comune di Matera, volto alla valorizzazione culturale e digitale dei Fondi che testimoniano lo studio sociologico della realtà materana dei Sassi e la successiva realizzazione del villaggio La Martella di Matera, prossima capitale europea della cultura. 

 

   A partire dal 2013 la Fondazione Adriano Olivetti e l’Associazione Archivio Storico Olivetti, hanno avviato un piano di valorizzazione del patrimonio olivettiano realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo che ha portato nel 2016 alla presentazione del portale Archivi Digitali Olivetti. Gli strumenti di rete e digitali consentono di collegare le fonti, a prescindere dal luogo di provenienza e conservazione, aspetto di fondamentale importanza per un’esperienza articolata e complessa come quella olivettiana, rendendone agevole la consultazione a qualsiasi utente. Per questa ragione con Archivi Digitali Olivetti abbiamo messo a disposizione, per la prima volta in rete, un patrimonio culturale unico nella sua interdisciplinarietà, inerente gli archivi aziendali, di persone, enti e istituzioni nonché le raccolte documentarie della storia Olivetti, dal 1908 ad oggi. 

 

Questa apertura dei fondi documentali intende essere un ulteriore tassello per incoraggiare la valorizzazione e la condivisione della conoscenza, che altrimenti rimarrebbe ad uso di pochi privilegiati studiosi. 

 

La valorizzazione e il racconto dell’esperienza olivettiana è promosso dalla Fondazione attraverso una molteplicità di strumenti divulgativi contemporanei di innovazione culturale, volti anche a stimolare l’interesse e la creatività dei più giovani. 

 

Tra le iniziative di divulgazione digitale più innovative si annovera la nascita nel 2008 della Collana Intangibili, progetto editoriale di diffusione digitale, nato con l’obiettivo di consentire una più ampia e tempestiva divulgazione dei risultati delle attività e delle ricerche promosse. I volumi della Collana, tutti dotati di codice ISBN, sono disponibili gratuitamente online sul sito della Fondazione ed inseriti nelle principali biblioteche digitali (ad es. Open LibraryGoogle Library, etc.). Sin dalla sua nascita la Collana ha adottato le licenze Creative Commons, nella versione che concede di mantenere i diritti d’autore permettendo allo stesso tempo, di copiare e di distribuire l’opera purché se ne riconosca la paternità originaria. Questa scelta ha permesso di tutelare il lavoro intellettuale ma al tempo stesso rilasciarlo liberamente perché venisse letto, commentato, e soprattutto condiviso nelle piattaforme social che sempre di più costituiscono nuove ’piazze’ del sapere e della conoscenza. Dal 2011 la Collana Intangibili si è arricchita di una serie dedicata alle tesi di laurea, e nel  2016 della Serie Metri Lineari, che raccoglie gli inventari del patrimonio archivistico che la Fondazione Adriano Olivetti conserva sia a Roma sia a Ivrea. A partire dal 2017 tutti i libri della Collana Intangibili utilizzano la nuova font ad alta leggibilità biancoenero.

 

In questi ultimi dieci anni la Fondazione ha inoltre prodotto e collaborato alla realizzazione di documentari, spettacoli teatrali, musical, esposizioni multimediali che insieme alle Lezioni Olivettiane® e alla collaborazione editoriale con le rinate Edizioni di Comunità, costituiscono i diversi livelli, messi a disposizione dalla Fondazione, per scoprire, approfondire e condividere la storia olivettiana in maniera dinamica e interdisciplinare. La promozione di queste attività è affidata al sito della Fondazione (primaria fonte di consultazione digitale), ad altri siti o social network, legati direttamente o indirettamente alla Fondazione, che diventano così complici di un processo di valorizzazione dei materiali d’archivio utilizzati per finalità divulgative, agevolando un quotidiano “travaso di utenza digitale” che si attesta essere in costante crescita.

 

   Sempre nel segno di una massima condivisione del proprio patrimonio la Fondazione prosegue anche nel 2018, un lavoro di ricerca, teorica e pratica, utilizzando le strumentazioni tecnologiche più innovative, finalizzato alla messa on line di un racconto interattivo e  immersivo del proprio patrimonio culturale, messo a disposizione di un pubblico sempre più globale. 

 

   Ad oggi, anche grazie a questo intenso lavoro di networking e di condivisione digitale, la Fondazione rappresenta il riferimento istituzionale e progettuale, per le attività che, in varia forma, vengono svolte e si richiamano alla storia olivettiana. Un patrimonio tangibile e intangibile, di esperienze e valori universali, rappresentato ancora oggi da Ivrea, centro delle attività industriali, culturali, politiche, sociali della famiglia Olivetti, affascinante museo a cielo aperto di architetture del Novecento, che nel corso del 2018 l’Unesco dovrebbe ufficialmente iscrivere nella lista dei beni “patrimonio dell’umanità”, prima nel suo genere per l’Italia, di città industriale moderna.

 

 

Sede di Roma

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